giovedì 22 maggio 2014

Il Sorpasso



Lo scrivo ora così risultano tempi “non sospetti” – anche se personalmente non credo che Grillo batterà Renzi alle prossime elezioni.
Il “sorpasso” del maggior partito di opposizione sul partito cardine della coalizione di governo non implica assolutamente che il governo debba cadere. Soprattutto in caso di elezioni europee. E c’è uno storico precedente che lo afferma senza ombra di dubbio.

Proprio trenta anni fa, alle europee del Giugno 1984, il Partito Comunista effettuò dopo quasi 30 anni di attesa il tanto sospirato sorpasso sulla Democrazia Cristiana, che era stata al governo ininterrottamente dal 1948. Fu un sorpasso “triste”, perché l’artefice vero di quella vittoria, Enrico Berlinguer, non la vide mai. Si era spento pochi giorni prima, stroncato da un ictus durante un comizio elettorale. Era un uomo che non si risparmiava quando c’era di mezzo la politica, altro che privilegi della casta.
Ma il fatto resta comunque: anche se improvvisamente privo del suo leader, il PCI aveva finalmente vinto. Era il primo partito, il più votato dagli italiani. Per la prima volta nella Storia della Repubblica, i democristiani dovevano cedere il primato.
Ma che cosa successe allora? Crisi di governo? Rimpasto? Presidente del Consiglio che si ritira a vita privata per via della batosta elettorale? Moral suasion del Presidente della Repubblica perché il governo si dimettesse, almeno formalmente? Niente di tutto questo. Il governo rimase saldamente al suo posto finché non fu sostituito un paio d’anni dopo per una “staffetta” programmata tra PSI e DC – insomma, continuarono i soliti squallidi intrallazzi da Prima Repubblica.
Ora, per  chi avesse memoria corta, si dà il caso che il Presidente della Repubblica in quel tempo fosse un tale Sandro Pertini – insomma, uno con le idee chiare e senza peli sulla lingua. E se non fece nulla in quel caso non fu perché era succube delle segreterie di partito – al contrario, se occorreva le bacchettava. Fu perché molto semplicemente non c’era motivo di fare nulla.

Perché poco importava se il PCI era il più votato, se poi non era in grado di costruire intorno a sé una coalizione di governo che superasse il 50% dei consensi, cosa che invece la DC e il PSI riuscivano a fare. Ah, e per chi non se lo ricordasse: anche se l’incarico glielo aveva dato lui e formalmente militavano nello stesso partito, a Pertini il Presidente del Consiglio di allora (Craxi) stava abbastanza sul... ok, mi avete capito. Un prequel della coppia Napolitano/Berlusconi.
E a proposito di Napolitano: c’era anche lui, allora. Era uno dei politici più in vista del PCI. E no, non gridò al Golpe quando Pertini non cacciò Craxi da Palazzo Chigi. Non fece nulla di tutto ciò. Prese semplicemente atto, come tutti i suoi colleghi, che l’isolamento del suo partito in Parlamento precludeva la strada del governo, quale che fosse stato il risultato elettorale.
Quindi, anche quando ci fosse il “sorpasso” anche in queste elezioni europee, aldilà di qualche indebolimento della poltrona di Renzi, è assolutamente possibile prevedere che cosa farà Napolitano a seguito della preannunciata visita del pregiudicato genovese. Napolitano farà esattamente quello che avrebbe fatto Pertini nella medesima situazione.
Cioé no, mi correggo, non ci va il condizionale: Napolitano farà quello che ha fatto Pertini nella medesima situazione.

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