Lo scrivo ora così risultano tempi “non
sospetti” – anche se personalmente non credo che Grillo batterà Renzi alle
prossime elezioni.
Il “sorpasso” del maggior partito di
opposizione sul partito cardine della coalizione di governo non implica
assolutamente che il governo debba cadere. Soprattutto in caso di elezioni
europee. E c’è uno storico precedente che lo afferma senza ombra di dubbio.
Proprio trenta anni fa, alle europee del
Giugno 1984, il Partito Comunista effettuò dopo quasi 30 anni di attesa il
tanto sospirato sorpasso sulla Democrazia Cristiana, che era stata al governo
ininterrottamente dal 1948. Fu un sorpasso “triste”, perché l’artefice vero di
quella vittoria, Enrico Berlinguer, non la vide mai. Si era spento pochi giorni
prima, stroncato da un ictus durante un comizio elettorale. Era un uomo che non
si risparmiava quando c’era di mezzo la politica, altro che privilegi della
casta.
Ma il fatto resta comunque: anche se improvvisamente
privo del suo leader, il PCI aveva finalmente vinto. Era il primo partito, il
più votato dagli italiani. Per la prima volta nella Storia della Repubblica, i
democristiani dovevano cedere il primato.
Ma che cosa successe allora? Crisi di
governo? Rimpasto? Presidente del Consiglio che si ritira a vita privata per
via della batosta elettorale? Moral suasion del Presidente della Repubblica
perché il governo si dimettesse, almeno formalmente? Niente di tutto questo. Il
governo rimase saldamente al suo posto finché non fu sostituito un paio d’anni
dopo per una “staffetta” programmata tra PSI e DC – insomma, continuarono i
soliti squallidi intrallazzi da Prima Repubblica.
Ora, per
chi avesse memoria corta, si dà il caso che il Presidente della
Repubblica in quel tempo fosse un tale Sandro Pertini – insomma, uno con le
idee chiare e senza peli sulla lingua. E se non fece nulla in quel caso non fu
perché era succube delle segreterie di partito – al contrario, se occorreva le
bacchettava. Fu perché molto semplicemente non c’era motivo di fare nulla.
Perché poco importava se il PCI era il più
votato, se poi non era in grado di costruire intorno a sé una coalizione di
governo che superasse il 50% dei consensi, cosa che invece la DC e il PSI
riuscivano a fare. Ah, e per chi non se lo ricordasse: anche se l’incarico
glielo aveva dato lui e formalmente militavano nello stesso partito, a Pertini
il Presidente del Consiglio di allora (Craxi) stava abbastanza sul... ok, mi
avete capito. Un prequel della coppia Napolitano/Berlusconi.
E a proposito di Napolitano: c’era anche
lui, allora. Era uno dei politici più in vista del PCI. E no, non gridò al
Golpe quando Pertini non cacciò Craxi da Palazzo Chigi. Non fece nulla di tutto
ciò. Prese semplicemente atto, come tutti i suoi colleghi, che l’isolamento del
suo partito in Parlamento precludeva la strada del governo, quale che fosse
stato il risultato elettorale.
Quindi, anche quando ci fosse il “sorpasso”
anche in queste elezioni europee, aldilà di qualche indebolimento della
poltrona di Renzi, è assolutamente possibile prevedere che cosa farà Napolitano
a seguito della preannunciata visita del pregiudicato genovese. Napolitano farà
esattamente quello che avrebbe fatto Pertini nella medesima situazione.
Cioé no, mi correggo, non ci va il
condizionale: Napolitano farà quello che ha fatto Pertini nella medesima
situazione.
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