Se frequentate le
pagine Facebook dei Senatori espulsi dal M5S nelle ultime settimane, vi sarete
senz’altro accorti che la maggior parte dei commenti ai post sono diventati del
tipo “Dimettiti” o “Sei ridicolo” o “Lo fai per i soldi”, se non peggio. Io per
esempio frequento abbastanza la pagina di Francesco Campanella (nella foto), dato che voto –
quando posso – nel collegio elettorale da dove viene lui e quindi potrei
considerare di votarlo un domani se si presentasse in una lista compatibile con
le mie idee politiche. E sulla bacheca
del Senatore Campanella, quando posta le iniziative politiche del nuovo
soggetto “Italia Lavori in Corso” che sta cercando di creare insieme agli altri
“transfughi”, compaiono dei commenti che definire “demotivational” è dire poco.
Ora però, accade
che la bacheca del Senatore sia moderata. Nel senso che per poterci scrivere
devi essere nella lista dei suoi amici, a differenza di altre bacheche di
politici che permettono il commento libero. Quindi quelli che ci scrivono erano
stati da lui accettati come amici quando ancora ne condividevano la posizione
politica, mentre oggi non la condividono più.
Sorge spontanea
una domanda: ma perché il Senatore non rimuove dalle amicizie questi personaggi
che si recano sulla sua bacheca solo per attaccarlo e sminuire la sua azione
politica? Si tratta di un caso di masochismo politico o di altro?
Bene, la risposta
è molto semplice. Il Senatore Campanella, come i suoi colleghi Luis Alberto
Orellana ed altri “espulsi”, sta dando a tutti una semplice ma efficace lezione
di “democrazia della rete” nel non rimuovere i commenti e le amicizie
indesiderabili.
E’ notizia di
questi ultimi giorni infatti che dal blog di Beppe Grillo – che non è più un
semplice blog di opinione dato che serve anche da punto di raccolta per
esprimere opinioni della cittadinanza che poi i “portavoce” dei cinquestelle
traducono in azione politica, a volte anche piuttosto influente, nel Parlamento
della Repubblica Italiana – sono stati rimossi dalla lista degli iscritti
certificati, senza informarli del motivo e soprattutto non si sa bene in base a
quale regola, parecchi attivisti che si erano permessi di esprimere opinioni
critiche rispetto alla linea tenuta dal blog. Casualmente, subito prima delle
votazioni per scegliere i candidati all’Europarlamento.
Ricapitolando
quindi:
- nel caso del soggetto numero uno quando qualcuno lo contraddice sul suo blog gli si dice di andare “fuori dalle palle” - e poi ce lo si manda davvero;
- nel caso del soggetto numero due, se qualcuno vuole usare il suo Facebook per dirgli di andare fuori dalle palle, è libero di farlo senza essere buttato fuori.
A mente fredda, chi
dei due vi sembra stia dando la migliore lezione di democrazia partecipativa?
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