domenica 2 marzo 2014

Qui lo dico e qui lo nego (a 5 stelle)



Ieri è apparso un post sull’Ucraina sul blog beppegrillo.it. Personalmente trovo che dovrebbe far riflettere sulla reale collocazione politica di Grillo anche quelli che finora non lo hanno fatto.

La cosa curiosa però è che il post in questione – lo trovate qui – riprende in gran parte concetti e fatti che trovate anche in questo mio post della scorsa settimana. In pratica, si potrebbe pensare che Grillo dica le stesse cose che dico io, dato che alcune frasi sono quasi identiche (tutti e due abbiamo sottolineato il fatto che Yanukovich era stato eletto in elezioni perfettamente regolari, nessuno dei due lo ha nascosto o minimizzato). Ma non è assolutamente così, le interpretazioni dei fatti date dai due blog sono agli antipodi.

Cerchiamo di analizzare un attimo lo stile di comunicazione di Grillo, e vediamo che cosa ha cercato di sottolineare nel suo intervento, che cosa cerca di minimizzare e che cosa addirittura nasconde.
 
Qui c’è quello che dice Grillo sulla situazione ucraina. Ho ripreso tutto il brano giusto per evitare sospetti di decontestualizzazione
Un governo odiato da una parte della popolazione e amato viceversa dagli ucraini russofoni, circa 14 milioni contro 32 milioni di ucraini, è stato deposto con la forza, dalla piazza. Il presidente Viktor Yanukovich, eletto in regolari elezioni, non un dittatore in termini politici, è fuggito in Russia ed è sotto la protezione di Putin.
Innanzitutto su una cosa Grillo dice il falso. Dice che il Presidente è stato deposto con la forza. Non è vero: è stato deposto da un voto del Parlamento. I deputati ucraini hanno votato la messa in stato di accusa di Yanukovich per attentato alle istituzioni democratiche. In buona sostanza, in Ucraina è successo quello che Grillo auspicava succedesse in Italia (impeachment del Presidente sull’onda dell’indignazione popolare). Strano che questo fatto non lo menzioni del tutto, nevvero?

Successivamente, per rincarare la dose Grillo scrive questo:
In Ucraina, di chiunque siano le ragioni, si è affermato il principio che un governo eletto in libere elezioni può essere rovesciato non da nuove elezioni, come sarebbe normale in democrazia, ma dalla piazza armata.
A parte che questo ragionamento si fonda su una menzogna come notavo più sopra (governo rovesciato dalla piazza), Grillo si sta dimenticando di ricordare al lettore che le prossime elezioni in Ucraina col cavolo che sarebbero state libere, dato che Yanukovich aveva già provveduto a cambiare la Costituzione e a mettere in galera il candidato degli oppositori alla presidenza. Mi pare ovvio che in questo caso non c’era nessuna speranza di cambiare governo tramite elezioni.

Notate anche che sottolinea che la Piazza era “armata” e che ha usato la “forza”, ma in nessun punto del suo blog si menzionano le fucilate sparate dalle forze armate contro quella piazza. Se cercate gli aggettivi usati per definire Yanukovich e la sua azione politica in tutto il post, non trovate praticamente mai un’aggettivazione negativa a lui riferita tranne un “odiato” iniziale a cui però aggiunge subito un “amato” per depotenziarlo, mentre ogni volta che cita la piazza lo fa aggiungendo una locuzione che la connota come violenta (“con la forza”, “armata”). Mai e poi mai, inoltre, Grillo menziona le nefandezze compiute da Yanukovich: cambiamento della Costituzione, incarcerazione degli oppositori, repressione violenta della protesta. Se uno legge solo il blog di Grillo per informarsi, e sono tantissimi a farlo, pare che in piazza a sparare siano stati solo i manifestanti. La parola “polizia” non viene usata completamente in questo post, pare quasi che in piazza non ci fosse. In questo post precedente apparso sul blog di Grillo ma scritto da Massimo Fini invece sono citati i sessanta agenti presi prigionieri (e rilasciati), ma “dimenticati” i duecento morti tra i manifestanti. Non so, avete qualche dubbio sul fatto che il blog di Grillo stia prendendo posizione tra le due fazioni?

La parola è potente in quest'uomo
Grillo qui sta utilizzando una tecnica di comunicazione molto raffinata. Parla su due livelli, e molto di quello che dice lo dice a livello subliminale, con gli aggettivi e con le omissioni invece che con le frasi esplicite.

Un primo livello di comunicazione è viscerale, emotivo. Parla per chi non capisce molto di politica internazionale e istituzionale, con concetti semplici. Per usare un’espressione ormai invalsa nel gergo dei commentatori politici, “parla alla pancia”. Fa affermazioni dirette, intuitive da capire che rimangono nella mente dell’ascoltatore, e per accentuare l’effetto usa termini emotivamente “carichi” come “siamo in guerra”, “è un colpo di stato”, “il paese muore” eccetera. Qui non ne ha bisogno, perché gli bastano i fatti (soldati russi in Crimea, lo spettro della Guerra Mondiale) per fare scattare l’emotività. Per non sbagliare però usa tutti i possibili aggettivi negativi (forza, armata) per connotare negativamente la protesta e fare nascere nei disinformati il germe del dubbio (“ma saranno poi gente per bene questi rivoltosi?”).

Il secondo livello di comunicazione è diretto a chi invece è abituato a ragionare sui fatti, con la sua testa, e non si farebbe ingannare da un discorso mirato “alla pancia”. A questo livello Grillo smentisce apparentemente quello che afferma la comunicazione diretta “alla pancia”: non è vero che non sono democratico, è “con te” che non lo sono; non sto condannando la Rivoluzione Ucraina, perché ho aggiunto “chiunque abbia ragione”; non sto difendendo Yanukovich, perché ho scritto che non è un dittatore “in termini politici”.

Queste asserzioni però
  • sono sempre confuse (che vuol dire “in termini politici”? me lo sapete spiegare? Soprattutto sapete spiegarlo a chi ha perso un parente nei moti di piazza?) in modo che chi non ha grande cultura politica le ignori inconsciamente in quanto non facilmente “decifrabili” per il suo livello di cultura;
  • sono sempre prive di termini emotivamente carichi e sono invece espresse in termini pacati e rassicuranti come “politici” e “ragione” – che si oppongono a “armata”, “forza”, “dittatura”;
In una parola, questo secondo livello comunicativo è presente perché chi ha una cultura sufficiente a ragionare con la sua testa possa pensare che il messaggio di Grillo sia diverso da quello che è diretto “alla pancia”, quello contenuto nella prima parte delle affermazioni.
  • Non sono democratico, ma è solo con te che non lo sono perché guarda come hai ridotto il Paese
  • Yanukovich non è un dittatore, se lo guardi in termini politici
  • Non è normale in democrazia che la piazza armata rovesci un governo eletto, però non sto dicendo qui che non avessero ragione
In altri termini, Grillo ormai parla contraddicendosi da solo con continui ossimori, con un finto depotenziamento dell’affermazione “forte” che fa tramite una sua blanda negazione interna. Lo fa per non perdere quella fascia di elettori moderati che non accetterebbe mai un capo “estremista”, ma senza rinunciare a parlare a quegli elettori che invece non riescono a recepire un messaggio politico diverso dagli slogan. E cerca anche di dissimulare le proprie opinioni personali mentre le dice. Qui per esempio è palese la condanna dei rivoltosi, lo si capisce dal glissare sulle violenze della polizia mentre si sottolinea che i ribelli erano “armati”. Però non riuscirete mai a inchiodarlo a questa sua opinione, potrà sempre affermare “io non l’ho detto”!

Concludo con un’espressione oggi molto di moda su Internet e che a me non piace molto, ma che qui ci sta sicuramente bene e che farà sicuramente infuriare i destinatari del messaggio:

SVEGLIAAAAAAA!!!

5 commenti:

  1. magari omette di dire che i rivoltosi di piazza hanno ragione perchè è una persona influente e vuole evitare che le sue parole aizzino il malcontento Italiano. Quando parla di guerra i suoi soldatini sono disarmati, e sono quelli a prendere legnate, non a darle. Però questa è solo una delle mille letture che si possono dare. E' ovvio che la tua è quella giusta! (nel tuo cervello)

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  2. Vuole evitare che le sue parole aizzino il malcontento italiano? E lo fa twittando "E' un colpo di stato" e presentando una richiesta formale di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica?

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  3. Frase virgolettata: Libertà di parola, posso anche non condividere ma ho più volte espresso dubbi di costituzionalità su alcune delle cose che stanno accadendo. Ben diverso sarebbe dire: "bravi voi che prendete le armi e rovesciate i governi" anche se come sai sono convinto come te che l'ex presidente Ucraino è un dittatore.

    Richiesta di messa in stato di accusa: non l'ha fatta lui, l'hanno fatta alcuni parlamentari della Repubblica eletti democraticamente. Anche questa, bocciata dagli organi competenti, rientra nelle prerogative della carica. Il tuo commento, dopo il virgolettato, è estremamente impreciso.

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