martedì 22 aprile 2014

Capitan Pizza contro Craxaleggio



Ma il fatto che un sindaco se ne debba andare lo decidono i cittadini elettori o il capo (pardon, co-fondatore) del suo partito?


Due anni fa la cittadinanza di Parma era la prima a scegliere come sindaco un rappresentante del Movimento Cinque Stelle. Lasciamo perdere come e perché e con quali apparentamenti, ma alla fine gli elettori hanno liberamente e consapevolmente scelto il volto “pulito” e fuori dagli schemi di Federico Pizzarotti. Hanno votato questo giovane senza un passato politico, che ha pagato parecchi prezzi per la sua scarsa esperienza e – diciamocelo – per la vittoria inattesa.

Però ha saputo governare una città sull’orlo del fallimento senza lasciare che precipitasse nel baratro. L’accensione dell’inceneritore non è riuscito a fermarla, ma il sindaco è un rappresentante delle Istituzioni, e quando esiste solo una scelta che ti fa rimanere nel solco della legalità, purtroppo non può sottrarvisi.

Oggi però i capi (e per cortesia finiamola di chiamarli in modo diverso, perché quello sono) del Movimento Cinque Stelle rilasciano interviste che lo delegittimano. In particolare Gianroberto Casaleggio ha colpito “dove fa male”, sul punto dell’inceneritore, sostenendo che chi non mantiene le promesse elettorali poi deve andarsene.


Ma in tutta questa sit-com emiliana manca un attore importante: gli elettori. Lo vorrebbero cacciare via e sostituire con un altro, loro, i cittadini, il loro “Capitan Pizza”, per via dell’inceneritore? Forse Casaleggio avrebbe dovuto porsi questa domanda, e porla a loro, prima di parlare.

Questa situazione mi ricorda molto una storia analoga di venticinque anni fa. Un sindaco palermitano amatissimo e sostenutissimo dalla cittadinanza, Leoluca Orlando, che aveva peccato di lesa maestà nei confronti di Craxi, Andreotti e Forlani per avere fatto una giunta sostenuta dai verdi invece che dal PSI. Una cittadinanza che vota compatta per il sindaco in carica (la DC prese il 50%, non accadeva da decenni persino in Sicilia) e la decisione presa a Roma, tra Piazza del Gesù e Via del Corso, di fare eleggere un altro sindaco dal Consiglio Comunale in barba alla volontà dei cittadini – perché allora non c’era l’elezione diretta, e Craxi poteva decidere lui chi faceva il sindaco mettendosi d’accordo con il segretario nazionale della DC e facendo pressione sui consiglieri democristiani – eletti col voto plebiscitario di chi NON voleva il sindaco scelto da Craxi.





(io per sostenere Orlando votai verde allora, perché avevo già capito come sarebbe andata a finire, ma non bastò, a causa di tutti coloro che in buona fede scrissero “Leoluca Orlando” sulla scheda e si ritrovarono sindaco un “pupo” del puparo Bettino)
 Voi che cosa dite che succederà ora a Parma? Dite che i cittadini giudicheranno con spirito sereno e indipendente l’operato del loro sindaco, o che le esternazioni di CRAXALEGGIO avranno l’effetto da lui sperato?
 
Perché grazie al cielo, ora, c’è l’elezione diretta per il sindaco. Questo forse qualcuno lo ha sottovalutato.

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