Oggi argomento caldo:
il Monte dei Paschi di Siena. Che ha ricevuto 4 miliardi dallo Stato. Ma era un regalo o un prestito?
Il Monte Paschi è
stato amministrato malamente per molti anni, e indubbiamente le coperture
politiche, situate prevalentemente a sinistra, dei manager hanno agevolato
questa gestione scriteriata. Per evitare il fallimento pertanto il MPS ha
ricevuto 3,9 miliardi di euro dallo Stato Italiano. Attenzione, qui non si
parla di soldi di una “riserva” che non proviene dalle nostre tasse come per i
fondi di Bankitalia, qui sono proprio quattrini appena prelevati dai nostri
stipendi e redditi, la mattina erano in tasca a noi e il pomeriggio erano al
Monte Paschi.
Ma il trasferimento
di denaro non è stato affatto a fondo perduto: il governo infatti si è limitato
a sottoscrivere dei Bond emessi dalla Banca a tassi agevolati, secondo le
modalità dei Tremonti-bond e dei Monti-bond messa a punto dai governi
Berlusconi e Monti. In pratica, ha prestato denari pubblici al Monte Paschi a
condizioni di favore, non glieli ha regalati.
Per fare un esempio,
è la stessa cosa che ha fatto nel 2009 Obama: ha prestato i denari pubblici dei
contribuenti americani alla Chrysler. Però nel 2011 la FIAT, che nel frattempo
aveva acquistato Chrysler, glieli ha restituiti – addirittura prima della
scadenza del prestito perché se attendeva ancora il cambio euro/dollaro avrebbe
finito per aumentare la somma da restituire. I contribuenti americani quindi
non hanno pagato un soldo per salvare Chrysler, i soldi in realtà li ha messi
FIAT (il che, considerando quanti quattrini a fondo perduto ci ha messo lo
Stato Italiano in FIAT nel corso degli anni, equivale a dire che Chrysler è
stata salvata coi nostri soldi!).
Stando così le cose,
l’operazione Monte Paschi non dovrebbe essere svantaggiosa per il contribuente
italiano. I denari infatti dovrebbero tornare al governo italiano, come quelli
di Chrysler sono tornati a Obama. Perché dico dovrebbero? Perché c’è un
pericolo.
Il pericolo è che la
situazione di dissesto del MPS porti all’impossibilità di restituire il
prestito con denaro liquido, e alla mossa disperata di un ripianamento con
azioni della Banca che in realtà non hanno il valore loro attribuito. E in quel
caso sì che sarebbe un investimento a fondo perduto dei soldi pubblici!
Come si fa a evitare
questo pericolo? Semplice, vigilando. Verificando che la Banca non faccia ulteriori
follie col denaro preso a prestito. Orbene, recentemente sono apparsi segnali
di possibili “follie”. L’Assemblea degli Azionisti di MPS infatti sta rimandando il più possibile la ricapitalizzazione della Banca, ritenuta
assolutamente necessaria da chi la guida. Perché lo sta facendo? Viene il
dubbio che speri che a furia di tirare tardi il Governo sia costretto a
intervenire per scongiurare un’emergenza, e che i quattrini ce li metta dunque
lo Stato. A fondo perduto. Capito, i volponi?
Ora io mi domando: perché
nessuno dei politici che gridano a tutto spiano contro “le Banche” (e non c’è
solo Grillo) ha dato a questo fatto il rilievo che si merita? Attenzione, la
notizia veramente negativa è questa qui della mancata ricapitalizzazione, non
quella dei 3,9 miliardi che il Governo ha prestato. E’ la vera minaccia, eppure
se si parla di Monte Paschi si fa riferimento ad altri fatti.
Siamo ancora a tempo
per evitare il peggio, se il nostro scopo è quello di evitare lo sfascio. Se
invece lo scopo è quello di cavalcare la protesta, perché tanto peggio tanto
meglio, allora si spiega perché i fatti più importanti, quelli davvero
significativi, le forze di opposizione non ve li raccontano. Preferiscono
parlare delle colpe dei politici avversari piuttosto che spiegarvi che si può
ancora rimediare.
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