Ieri Viktor Yanukovich, “Presidente” (si legga dittatore) dell’Ucraina è stato cacciato dalla popolazione inferocita. Il costo di questa battaglia per il ripristino della democrazia (finora) è stato di duecento morti in piazza e di due anni e mezzo in galera per la leader dell’opposizione. Meno di Mandela, siamo d’accordo, ma non è comunque simpatico finire dentro sulla base della legge che usava Stalin per mandare in Siberia i gerarchi caduti in disgrazia.
Il punto però è
un’altro.
Yanukovich era
stato eletto in un’elezione regolare e sostanzialmente libera. Più che i brogli, che
comunque si sospettano, lo aveva aiutato la delusione degli elettori riguardo
al governo degli “arancioni” Yushenko e Tymoshenko. Mi ricorda qualcosa...
Quindi secondo il
principio invocato (a convenienza) da alcuni nostri politici che il Voto è la
Sacra Investitura della Sovranità Popolare, Yanukovich era un governante legittimato dal voto. Che coi soldi degli Ucraini si era fatto costruire i cessi d’oro,
altro che auto blu.
Gli antichi
romani, che di stabilità del governo ne hanno ancora da insegnare, più che al
“rito” delle elezioni affidavano la loro protezione dal ritorno della tirannia
dei Tarquini alle misure di pesi e contrappesi che avevano instaurato per
contrastare gli arbitrii dei magistrati elettivi – che comunque erano sempre
due, non si sa mai. In altri termini, non era proprio possibile fare la
“furbata” come hanno fatto Viktor Yanukovich e Viktor Orban di farsi eleggere con la demagogia e poi cambiare le regole del gioco per annullare la
democrazia.
Ora, la nostra
tanto dissestata democrazia è anch’essa dotata di alcuni antidoti contro i vari
Viktor che circolano in Europa (mi scusino i Viktor onesti se sottolineo che i farabutti più di moda portano prevalentemente quel nome). E l’antidoto non è la procedura farraginosa di cambiamento
della Costituzione, dato che Chavez insegna che i referendum per cambiare la
Costituzione in senso totalitarista si possono anche vincere.
Il primo antidoto
è il Presidente della Repubblica. Che non è notaio, è una figura con ampi
poteri, come si è visto negli ultimi anni. E infatti è l’unico il cui potere
sia limitato per Costituzione durante il semestre bianco: notare che non ci
sono limiti corrispondenti per il Presidente del Consiglio.
Il secondo
antidoto è il fatto che il Premier è sostituibile. In qualunque momento. Non
essendo direttamente eletto, e non essendoci alcun vincolo sul fatto che il suo
nome debba uscire dalle urne, se inizia a cazzeggiare lo si rimuove. Senza
perdere tempo in impeachment come per Yanukovich. Come accaduto recentemente a
un certo signore amante del cerone che sbraitava che non si può violare la
sovranità popolare. Invece si può, quando uno comincia a pensare più alle
gonnelle che al dissesto dei conti pubblici. Certo, si rischia anche che il
Premier sia sostituito anche in caso di tornaconti personali di altri, ma questo è un male
minore. Preferisco lo spettacolo poco edificante della staffetta Letta/Renzi che
non il trovarmi all’improvviso il Viktor italiano al potere senza nessuna speranza di cacciarlo in maniera incruenta. E un paio di volte
negli scorsi anni questo rischio l’abbiamo corso.
Due
considerazioni finali. Yanukovich è stato assoggettato a impeachment con voto quasi
unanime del Parlamento. Ha tramato contro la Nazione. Per “aver tramato contro la
Nazione” si intende:
- Avere cambiato la Costituzione in senso totalitarista
- Avere messo in galera il capo dell’opposizione
- Avere ordinato ai cecchini di sparare sulla folla
E altre inezie
del genere.
Ora, mi scusino i
tanti cittadini di buona volontà che sostengono una certa parte politica, ma
alla luce di questi ultimi fatti che ci fanno vedere che cos’è un impeachment
vero, le motivazioni per cui si voleva mandare sotto processo Napo Orso Capo
per “attentato alla Costituzione” fanno... come dire? Un po’ ridere?
E infine: i
negoziati fra l’Occidente e le autorità Ucraine e Russe per questa faccenda
(ossia il “mostrare i muscoli” senza far capire di avere il dito sul grilletto)
stavolta li ha condotti la UE, non la NATO. E hanno funzionato, dato che Putin
sbraita molto ma non fa nulla. Detto in altre parole: se non ci fosse l’Europa,
in questo momento a Kiev ci sarebbero i carri armati russi, altro che
festeggiamenti. A volte noi italiani non ci accorgiamo delle nostre fortune. Speriamo che non sia necessario perderle, per renderci conto di quanto sono importanti.
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