martedì 11 febbraio 2014

Parliamo di cose concrete - 3 - Monte Paschi




Oggi argomento caldo: il Monte dei Paschi di Siena. Che ha ricevuto 4 miliardi dallo Stato. Ma era un regalo o un prestito?

Il Monte Paschi è stato amministrato malamente per molti anni, e indubbiamente le coperture politiche, situate prevalentemente a sinistra, dei manager hanno agevolato questa gestione scriteriata. Per evitare il fallimento pertanto il MPS ha ricevuto 3,9 miliardi di euro dallo Stato Italiano. Attenzione, qui non si parla di soldi di una “riserva” che non proviene dalle nostre tasse come per i fondi di Bankitalia, qui sono proprio quattrini appena prelevati dai nostri stipendi e redditi, la mattina erano in tasca a noi e il pomeriggio erano al Monte Paschi.

Ma il trasferimento di denaro non è stato affatto a fondo perduto: il governo infatti si è limitato a sottoscrivere dei Bond emessi dalla Banca a tassi agevolati, secondo le modalità dei Tremonti-bond e dei Monti-bond messa a punto dai governi Berlusconi e Monti. In pratica, ha prestato denari pubblici al Monte Paschi a condizioni di favore, non glieli ha regalati.

Per fare un esempio, è la stessa cosa che ha fatto nel 2009 Obama: ha prestato i denari pubblici dei contribuenti americani alla Chrysler. Però nel 2011 la FIAT, che nel frattempo aveva acquistato Chrysler, glieli ha restituiti – addirittura prima della scadenza del prestito perché se attendeva ancora il cambio euro/dollaro avrebbe finito per aumentare la somma da restituire. I contribuenti americani quindi non hanno pagato un soldo per salvare Chrysler, i soldi in realtà li ha messi FIAT (il che, considerando quanti quattrini a fondo perduto ci ha messo lo Stato Italiano in FIAT nel corso degli anni, equivale a dire che Chrysler è stata salvata coi nostri soldi!).

Stando così le cose, l’operazione Monte Paschi non dovrebbe essere svantaggiosa per il contribuente italiano. I denari infatti dovrebbero tornare al governo italiano, come quelli di Chrysler sono tornati a Obama. Perché dico dovrebbero? Perché c’è un pericolo.

Il pericolo è che la situazione di dissesto del MPS porti all’impossibilità di restituire il prestito con denaro liquido, e alla mossa disperata di un ripianamento con azioni della Banca che in realtà non hanno il valore loro attribuito. E in quel caso sì che sarebbe un investimento a fondo perduto dei soldi pubblici!

Come si fa a evitare questo pericolo? Semplice, vigilando. Verificando che la Banca non faccia ulteriori follie col denaro preso a prestito. Orbene, recentemente sono apparsi segnali di possibili “follie”. L’Assemblea degli Azionisti di MPS infatti sta rimandando il più possibile la ricapitalizzazione della Banca, ritenuta assolutamente necessaria da chi la guida. Perché lo sta facendo? Viene il dubbio che speri che a furia di tirare tardi il Governo sia costretto a intervenire per scongiurare un’emergenza, e che i quattrini ce li metta dunque lo Stato. A fondo perduto. Capito, i volponi?

Ora io mi domando: perché nessuno dei politici che gridano a tutto spiano contro “le Banche” (e non c’è solo Grillo) ha dato a questo fatto il rilievo che si merita? Attenzione, la notizia veramente negativa è questa qui della mancata ricapitalizzazione, non quella dei 3,9 miliardi che il Governo ha prestato. E’ la vera minaccia, eppure se si parla di Monte Paschi si fa riferimento ad altri fatti.

Siamo ancora a tempo per evitare il peggio, se il nostro scopo è quello di evitare lo sfascio. Se invece lo scopo è quello di cavalcare la protesta, perché tanto peggio tanto meglio, allora si spiega perché i fatti più importanti, quelli davvero significativi, le forze di opposizione non ve li raccontano. Preferiscono parlare delle colpe dei politici avversari piuttosto che spiegarvi che si può ancora rimediare.

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