domenica 5 gennaio 2014

Capitan Harlock - la recensione (mild spoilers)



Do il via a questo blog con un argomento molto dibattuto : il film di Capitan Harlock è un capolavoro o una fregatura?


Premetto subito una cosa: il film è rivolto a chi conosce già Capitan Harlock. Infatti l’elemento che più caratterizza la saga di Harlock, la presenza dello spirito di Tochiro nel computer centrale della nave, è presente e centrale nel film ma non viene mai spiegato esplicitamente. Dovete avere visto almeno uno dei primi tre capitoli per capire quelle immagini.  Allo stesso modo assumerò che chi legge conosca bene la maggioranza delle opere già apparse sul Capitano. Se non è così, e se siete tra quelli a cui il film non è piaciuto, è possibile che non ne abbiate colto qualche sfumatura.

Iniziamo dalla parte che è più semplice commentare, ossia la computer grafica in 3D. Avrete tutti visto i trailer, quindi sapete che è molto bella e avanzata. La maggior parte degli elementi visualizzati sembrano veri, e questo aiuta a far sembrare veri anche quelli che – per necessità di coerenza con gli anime – hanno un aspetto caricaturale o poco plausibile, come lo strano volatile del Capitano. Tutte le attrezzature dell’Arkadia hanno un aspetto “usurato” e retrò che contrasta molto con gli ambienti lucidi e curati delle navi nemiche, anche grazie all’aiuto degli effetti sonori, e rende l’atmosfera della nave pirata meglio di come la rendevano i cartoni originali. Era difficile anche con la moderna tecnologia fare di più. Anzi forse era proprio impossibile.

Un elemento del film che invece purtroppo non si discosta dalla media è il commento musicale. Le musiche sono orecchiabili ma nulla più. Se le si confronta con i pezzi sinfonici della serie originale, con la musica di Wagner in Harlock Saga o con la bellissima colonna sonora di Endless Odissey le musiche del film scompaiono. Peccato, eravamo abituati ad associare il Capitano con le colonne sonore più belle degli anime.

Ma quello che vediamo al cinema è fedele all’originale? In parte ho già risposto nella premessa. Aggiungiamo che il film è perfettamente inserito nella continuity delle opere su Capitan Harlock. Nel senso che non c’è nessuna continuity e la storia dell’equipaggio dell’Arkadia – ma non i rapporti tra i personaggi – viene ridefinita e cambiata da serie a serie, con frequenti rinarrazioni dello stesso evento in forme diverse. Ecco, il film fa questo, fornisce una ulteriore versione della storia del Capitano, aggiungendo elementi nuovi, mantenendone di vecchi e ridefinendone alcuni. In questo senso, è perfettamente in linea con le storie precedenti.

Troviamo quindi che il Capitano in origine era il comandante dell’Ombra di Morte – stavolta una flotta e non una nave – e il suo amico Tochiro lo accompagnava nelle sue avventure. Manca, come detto, la rinarrazione della fusione di Tochiro con l’Arkadia, perché gli autori hanno ritenuto che fosse già stato detto tutto il necessario a proposito. Come nella serie originale, l’equipaggio non è al corrente di molti dei segreti di Harlock. L’aspetto grafico delle battaglie invece è chiaramente tratto da SSX per gli scambi di cannonate tra navi, e da Endless Odissey per gli epici speronamenti (ahimé manca la lama!). E ovviamente c’è l’immancabile esecuzione capitale fermata all’ultimo secondo. Persino Corazzata Spaziale Yamato riceve la sua bella citazione visiva nell’ambiente apocalittico delle scene finali richiama palesemente, con le colonne che sorreggono un “cielo” solido sopra la superficie del pianeta. Insomma, il Matsumoto-verse c’è tutto, reinterpretato più che integrato, come lo stesso Matsumoto soleva fare!


Andiamo ora ai personaggi, che sono la parte più importante del capitolo “fedeltà all’originale”. Analizziamo uno per uno i principali:

  • Capitan Harlock. E’ lui. Lui in tutto e per tutto, come nei cartoni. E’ più cupo e con più dubbi e segreti di come eravamo abituati a vederlo, ma non c’è dubbio che è lui, il Capitano che generazioni di ragazzi hanno amato. Parla pochissimo, ed è la sua presenza più che le sue parole a ispirare l’equipaggio.
  • Tadashi Daiba. E’ l’unico che sia stato cambiato rispetto all’originale, qui si chiama Yama e ha una storia del tutto diversa, ma il suo ruolo nell’allegra famigliola dell’Arkadia è sempre quello. Ha un travaglio interiore superiore persino a quello del Daiba di Endless Odissey e lontano anni luce dai superficiali dubbi del Daiba della serie originale. Insomma, è decisamente più umano. E per la prima volta sarà lui a ridare fiducia a un Capitano che si è ormai arreso, e non il contrario.
  • Kei Yuki. Totalmente fedele al ruolo che le è attribuito nelle serie televisive, ossia una figura di riferimento per l’equipaggio e quasi materna per Tadashi/Yama con però una possibilità inespressa di qualcosa di più in seguito.
  • Yattaran. E’ incredibile come i grafici siano riusciti a de-caricaturizzare il suo aspetto, lasciandolo uguale al Yattaran che conosciamo ma non più una fra le tante macchiette disegnate nello stile tipico di Matsumoto. Peccato non abbiano mantenuto il dettaglio della collezione di modellini che lo caratterizzava ancor più.
  • Mimay. Il personaggio su cui han dovuto lavorare forse di più, come era ovvio dato che in ciascuno dei cinque episodi precedenti se ne dava una diversa versione. Eppure gli autori sono riusciti a mantenere almeno un riferimento a ciascuna delle versioni precedenti: ultima della sua specie, che è l’equivalente spaziale dei Nibelunghi, ha la capacità di manipolare l’energia e non è chiaro neppure se sia dotata di vera forma fisica. Ma soprattutto è – come nelle storie più belle del Capitano – la sua unica vera confidente (e forse anche qualcos’altro) ed è la sola a conoscerne i segreti. E badate che qui parliamo di segreti parecchio imbarazzanti.

E questi segreti ci portano dritti alla trama, di cui cercherò di parlare senza rovinarvi la sorpresa. Gli autori, che nella caratterizzazione dei personaggi non si sono discostati moltissimo da quanto narrato nelle avventure precedenti, per la storia nel suo svolgersi sono andati invece in una direzione ben diversa che ha lasciato di stucco chi ricordava un Capitano “tutto bambine e ocarine” come nelle primissime avventure animate. Qui invece non esistono personaggi totalmente positivi e privi di ombre, e a metà film circa si scoprirà che in realtà quelli che sembrano i cattivi non sono gli unici responsabili dei guai dell’umanità e che forse i piani di Harlock... hanno bisogno di un ripensamento! Una svolta ben diversa da quelle cui eravamo abituati. Ma attenzione, questa scoperta che rivela che il pericolo non viene da “invasori esterni” ma da errori di valutazione degli eroi, ha una sua logica interna perfettamente coerente col messaggi che il film vuole lanciare. Dopo questo “ripensamento”, comunque, scopriamo che i fetentoni del film erano davvero i Gaia, che ricorrono a bassezze di ogni tipo per fermare l’Arkadia.

Purtroppo gli ultimi venti minuti di film indugiano un po’ troppo su armi cosmiche e esplosioni di energia che “rallentano” un po’ il ritmo che fino a quel momento è stato incalzante, e fanno rimpiangere qualche scena precedente un po’ meno cosmica ma più entusiasmante.

Il finale della trama principale, che arriva a pochissimi minuti dai titoli di coda, ci fornisce una morale profonda e attuale, potremmo dire una rappresentazione spirituale del Giappone post-Fukushima: “A seppellirci nella merda radioattiva siamo bravi anche da soli, non abbiamo bisogno di essere bombardati da altri. Ma piangere sul latte versato non serve a nulla. Chiunque ne sia responsabile, sappiamo che su quel deserto radioattivo torneranno a crescere i fiori. E tanto basta per andare avanti.”

Ma il vero finale è quello che viene dopo la spiegazione della morale del film, quando si parla di ciò che accade ai componenti dell’equipaggio. E qui il destino di alcuni personaggi viene presentato in modo contraddittorio, senza chiarire davvero se muoiono o sopravvivono. Non a caso la scena in cui i due protagonisti incrociano le armi è tratta palesemente dalla scena finale di Endless Odissey, che è un finale “aperto” in cui non si sa davvero che cosa succede e chi sopravvive - e anche in quel caso Harlock ha un segreto inconfessabile di cui deve rendere conto. A mio modesto parere gli autori hanno girato due diverse versioni della sequenza finale, con destini diversi per alcuni personaggi, e poi hanno deciso di includere comunque tutte le scene nel film, dando agli spettatori la possibilità di scegliere l’interpretazione che preferiscono per l’epilogo della storia. Una scelta rivoluzionaria, che stonerebbe in qualsiasi contesto - tranne naturalmente che in quello di una storia di Capitan Harlock!

Io non ho ancora deciso quale dei due finali preferisco. Dite che è il caso che riveda il film prima di fare la mia scelta?

  • GRAFICA: 10/10
  • SONORO: 7/10
  • PERSONAGGI: 10/10
  • TRAMA: 9/10
  • COMPLESSIVO: 9/10
Da vedere in 3D e in lingua originale se ne avete la possibilità.
 

3 commenti:

  1. Non ho capito la cosa dei due finali... secondo me ce n'è uno solo.
    Aggiungo una cosa, io ricordo pochissimo l'Harlock dei cartoni animati (ero piccolo e Harlock era complesso, rispetto a Jeeg), tranne la sigla che so a memoria, e ho visto -di film- solo "l'Arcadia della mia giovinezza", nonostante questo mi sono goduto questo film, ho compreso il fatto che l'amico fosse il computer centrale (sarà che "è un classico", ma è ovvio da come gli parla, dalle azioni del computer quando vuol portare via l'Arcadia e da come hanno legato scene del presente e ricordi), inoltre ho capito la trama e mi è piaciuto tanto!
    Cioè, secondo me basta stare attenti, a parte la doccia a gravità zero (che ho apprezzato per quel filo di eterosessualità che ancora mi rugge dentro), non c'è una scena inutile o una parola che possa essere ignorata. In questo devo dire che il film è DENSO.
    di scene belle ce n'è un visibilio, ma se dovessi sceglierne una forse l'arrampicata iniziale, sostenuta dalla voce narrante: tutta questa infinità di spazio, di tempo, di tecnologia e di umanità e l'evento chiave di tutto sono quelle due dita sporche aggrappate alla nuda roccia... per me è poesia!

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    1. Infatti io avevo detto che potreste non avere colto qualche dettaglio, mica che se non hai visto tutto non deve piacerti.

      Per quanto riguarda la scena della doccia, è un "trope" degli anime, quindi ci deve stare. E' come il duello sulla strada principale dei western, anche se è scontato non puoi non mettercelo. E' completamente differente dal bikini di Star Trek into Darkness, che è fuori posto in quel contesto. Questa è una roba giapponese, il nudo soft ci deve stare "per contratto".

      E comunque, se non hai visto Endless Odissey non hai visto niente di Harlock. Vattelo subito a comprare. E veditelo in ginocchio sui ceci!

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